Il mastering talvolta è percepito come un arte un pò oscura. Ma, per ragioni di convenienza e di costo, sempre più di noi stanno scegliendo di elaborare i mix con le proprie mani. Purtroppo ottenere dei buoni risultati non è facile. Ci sono alcuni accorgimenti che vi aiuteranno a rendere migliori i vostri mix in fase di mastering.
Limitare il limiter
Se si lavora duramente con il limiter si riduce la gamma dinamica al punto in cui le differenze tra le sezioni forti e deboli nelle vostre tracce diventano impercettibili, inoltre un uso eccessivo del limiter può introdurre dei clipping degli inter-campioni, e questo diventa ancora più evidente quando si codifica la musica in un formato per la distribuzione. Per evitare questo ovviamente è possibile eliminare i picchi di uscita sensibili con plugin come l’eccellente AOM Invisible Limiter. E ‘pulito, forte e contribuirà a individuare l’ISP.
Modello per il successo
Preparate un modello di mastering nella vostro DAW con la catena di mastering completa e le tracce ingrandite. Questo vi darà un vantaggio quando si sta iniziando una nuova sessione.
Impostare i canali di mastering paralleli
Utilizzare i canali paralleli nel mastering non è davvero una pratica comune, ma quando la tecnica viene usata correttamente può aiutarvi ad aggiungere il controllo, aumentare la densità del segnale e permetterà anche di mixare i processi estremi a livelli ragionevoli. Iniziate sia duplicando l’audio o creando un canale send return. Ora applicare la vostra elaborazione M / S, il limiter, la saturazione o la compressione al canale copiato. Potete mixare l’audio appena elaborato pur mantenendo il tono e la dinamica del mix originale.
Piacere del meter
Se si scopre che il dosaggio incluso nella DAW non è sufficiente, allora si può entrare in possesso di una soluzione di terze parti. Tutto è disponibile ad esempio nella suite dell’eccellente Insight di iZotope.
Usare il compressore a cascata
A volte un singolo round di compressione non è sufficiente per controllare le dinamiche ribelli in un mix. È possibile utilizzare la compressione multi-banda o semplicemente alzare il rapporto della singola banda, ma stiamo puntando ad la trasparenza in questa guida. Provate a utilizzare un numero di compressori nel progetto: è possibile inserire un compressore all’inizio della catena, seguita da alcuni EQ e quindi utilizzare un secondo compressore. L’impostazione di questi due compressori a metà del carico di lavoro di una singola unità si tradurrà in un effetto più trasparente con meno effetto di ‘pompaggio’.
Codificare correttamente i formati
Lo spostamento dal master finale in un formato lossy compresso è necessario per garantire che la musica possa essere distribuita e archiviata online. La maggior parte delle DAW offrono la possibilità di esportare l’audio nei formati MP3, AAC, ecc, ma ci sono alcuni problemi che si possono incontrare. Si può finire con un MP3 che non è tagliato correttamente, per questo si può prendere in considerazione l’eccellente applicazione Sonnox Codex Toolbox che trasforma qualsiasi codec popolare e assicura che l’output finale non abbia alcun clipping o overs incorporati nel file.
Una volta finito il lavoro di mastering bisogna provare l’audio su quanti più sistemi per capire se il lavoro è stato fatto bene. Un buon flusso di lavoro di mastering non è solo ottenere una solida struttura di guadagno, bisogna considerare anche la gamma dinamica e la trasparenza oltre al fatto che bisogna organizzare e assicursi di avere una sessione produttiva ed efficiente. Inoltre, cercare di separare i mix e i processi mastering il più possibile. Non è mai una buona idea padroneggiare nel progetto di missaggio – altrimenti in manda in sovraccarico la CPU!
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